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16/01/14

IL PROF. ROCCO POLLICE L'HO CONOSCIUTO UNA SOLA VOLTA...

Mi parlò di Incertezza, Terremoto ed “Esilio Esistenziale”

Il Prof. Rocco Pollice l’ho conosciuto una sola volta e mi stava aiutando nella realizzazione di un piccolo reportage. La prima volta che l’ho contattato fu tramite email per richiedere un suo contributo.
La sua disponibilità, anche attraverso le risposte scritte, faceva venir voglia di fare un grande lavoro.
Dopo alcuni giorni lo chiamai sul cellulare per definire il giorno in cui avrei potuto intervistarlo; prima di comporre il numero ero un po’ intimorito perché quando parli con un Professore ti aspetti uno serioso. Invece, da subito si rivelò prima ancora che uno di quei professoroni, un essere umano; si rese subito disponibile per qualsiasi giorno avessi in mente. Così decidemmo giorno, data e luogo.
Arrivai il giorno stabilito davanti l' Ospedale San Salvatore; lo chiamai al telefono e lui mi disse di recarmi davanti al pronto soccorso dove avrei trovato due sue assistenti.
Fatto ciò, ci recammo nella sede del centro”Smile” di cui Rocco Pollice era Direttore e che lo stesso contribuì a far nascere subito dopo il Sisma del 6 Aprile 2009, per risolvere e studiare i problemi psicologici dei ragazzi nel Post-Terremoto.
Arrivato all’interno del centro “Smile” finalmente lo vidi, ma un solo attimo, di sfuggita. Mi disse che c’erano alcuni membri del ministero a cui stava facendo visitare il centro. Dopo qualche minuto si riuscì a liberare e ci recammo, dopo esserci presentati, verso la stanza in cui avremmo realizzato l’intervista.
Era un bell’uomo, fresco e distinto, giacca e cravatta; ma si vedeva subito che prima di essere un bravissimo professore era un bell’uomo dentro.
Appoggiando il cavalletto sulla scrivania presente nella stanza, cominciai a sistemare l’attrezzatura per le riprese e lui mi chiese come  mai avevo intenzione di fare un reportage sui giovani, l’aquila ed il terremoto. Rimase subito colpito dall’argomento tant’è che con mio stupore mi disse “…allora visto che si parla di giovani la cravatta la tolgo, sennò sono veramente noioso…” quindi toltosi la cravatta e sbottonatosi il primo bottone della camicia, tirò fuori l’ipad per rileggere le domande che avevamo preparato per l’intervista e dopo aver sistemato le telecamere cominciammo a fare questa bellissima chiacchierata sui giovani e l’Aquila.
Una discussione intensa in cui si parlava dei suoi studi sulla depressione silente negli aquilani e soprattutto nei giovani condotti con il prof. Massimo Casacchia; era entusiasto del suo, ma soprattutto del lavoro delle sue collaboratrici. Infatti, mi chiese più volte di riprendere anche loro che "..lavorano il doppio, il triplo delle ore rispetto al normale...".
Continuammo la discussione per più di mezz’ora e lui rimase particolarmente colpito, ed io a sua volta per quello che mi disse, da alcune mie espressioni; egli affermò “…guardi, il termine che lei ha utilizzato ed essendo giovane mi piace molto che l’abbia utilizzato e l’abbia pescato...”smarriti”…lo smarrimento forse in verità è proprio la cosa che più frequentemente è possibile trovare negli occhi o nella testa dei nostri ragazzi; cioè l’incapacità e l’impossibilità di potersi orientare verso qualcosa o lontano da qualcosa…”. Rocco Pollice, ed anche in questa sua dichiarazione lo si può notare, era un uomo che teneva molto ai ragazzi ed al futuro di questi e dell’Aquila; non sembrava uno che potesse arrendersi facilmente ed era una persona estremamente gentile. Una semplice dimostrazione sta nel fatto che al termine dell’intervista, una volta che ebbi ritirato tutta l’attrezzatura, mi portò nel suo ufficio e li mi regalò una chiavetta usb in cui mise alcuni file dicendomi “..questi possono essere utili per il tuo reportage, sono degli studi che abbiamo effettuato dal sisma ad oggi..”. Ci salutammo così, con altro materiale per il reportage che lui di spontanea volontà mi diede per fare un lavoro più completo.
Io il Prof. Rocco Pollice l’ho conosciuto una sola volta ma non lo scorderò mai più…..
Nel cercare di capire il perché di quel gesto, se dovesse essere confermato che si tratti di suicidio, sono andato a rivedere l’intervista che feci ormai nove mesi fa e ho deciso di pubblicarne uno stralcio che nel reportage “L’Aquila Giovani Terremoti Attentati” non inserii, ma nel quale Rocco Pollice parla di Incertezza, ricostruzione e di “esilio esistenziale”.

                                                                                                                                     lorenzo p.
                                                                                                                                                                                                                                                                                      lorenzo.petrilli@libero.it
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